Dopo la distruzione del terremoto del 1693, il Val di Noto si aggrappò con tutte le sue forze residue all’ultimo raggio di sole e si rialzò. Si vestì di luce e le pietre dorate profumarono di Barocco.
La luce è certamente ciò che colpisce!
Colpisce, ferisce, invita l’occhio a socchiudersi come voler obbligare a guardare parti della realtà, discretamente, per poi, poco alla volta, ricostruire un insieme. LA LUCE E’ L’ESSENZA DEL BAROCCO.: le sue forme plastiche, le invenzioni architettoniche, le sinuose e immaginifiche decorazioni; l’essere così sovrabbondante e magniloquente da apparire, quasi essenziale, misurato.
Il Barocco è un elemento naturale di questa terra al pari dei fichi d’india e dei carrubi; il barocco, qui, non ha bisogno di patine d’oro ed argento come quello romano o quello francese per riverberare di magnificenza; la luce, al pari delle pietre, basta a definire una sintesi mirabile e perfetta tra terra, cielo ed architettura. Così come fioriscono nei giardini gli alberi, le siepi, le essenze aromatiche, così le armonie di pietra si dischiudono e sbocciano nel cielo delle città come Ibla, Modica, Scicli, Noto.
Di Giuseppe Nuccio Iacono